Chi ha avuto a che fare con una dieta, avrà forse notato che qualche volta il peso non scende sufficientemente, oppure esso tende a restare stabile se non addirittura a crescere!
    Questo evento “misterioso” manda spesso in totale confusione la persona che, sicura del suo corretto comportamento alimentare, non sa darsi una spiegazione al perché la bilancia non dia quel responso tanto agognato.
    Eppure non c’è nulla di strano dietro questo fenomeno, è del tutto fisiologico e proverò nelle righe seguenti a spiegarne il perché.
    Bisogna innanzitutto sapere che, quando il nutrizionista elabora un piano alimentare, tiene sempre conto di alcune regole base, molto importanti affinché si ottengano i risultati sperati.
    Una di queste prevede che la percentuale di kilocalorie rappresentata dalle proteine, sia leggermente al di sopra della norma. Una sana alimentazione, basata sul modello della dieta mediterranea, normalmente vede le kilocalorie giornaliere ripartirsi tra i macronutrienti in queste percentuali: 55-60% carboidrati, 12-15% proteine e 25-30% grassi. Le variazioni dipendono principalmente dallo stile di vita del soggetto interessato e/o dalla presenza di eventuali patologie.
    Quando il nutrizionista va a elaborare una dieta, di solito (se non ci sono ragioni fisiopatologiche che lo sconsiglino) tende ad incrementare di qualche punto la % delle kilocalorie date dalle proteine e, nel contempo, a diminuire quella data dai grassi. Quest’ operazione risponde ad una necessità importante, quella di ottenere la perdita di massa grassa e cercare il più possibile di preservare la percentuale di massa magra.
    Le proteine,infatti, affiancate da una corretta percentuale di carboidrati, aiutano l’anabolismo (costruzione) della nostra massa muscolare.
    In questo modo quindi si spinge il corpo a “bruciare” i grassi, mentre il muscolo tende a rimanere stabile oppure a crescere. Poiché, un chilogrammo di grasso pesa quanto un chilogrammo di muscolo, se mettiamo ipotesi io perda in un mese 3 chili di grasso e contemporaneamente la mia massa muscolare incrementi di 2 chili, ecco che quando salirò sulla bilancia vedrò che il mio peso è sceso “solamente” di un chilo, ma in realtà ho perso 3 chili di grasso!
    E qui entrano in gioco i centimetri! Massa grassa e massa magra hanno si lo stesso peso, ma occupano un volume differente. Il grasso, infatti, occupa un volume maggiore e da al corpo un aspetto molto più “flaccido”. Una persona che pesi 80 kg e che abbia una massa grassa del 15% avrà un corpo visivamente più asciutto e compatto di una persona che pesi 65 kg e con una percentuale di massa grassa del 38%.
    Quando il corpo brucia grasso, che come abbiamo visto occupa un volume maggiore, va a perdere centimetri nelle circonferenze. Per questo il nutrizionista, in sede di visita di controllo, per valutare se i risultati sperati sono stati effettivamente ottenuti, da molta più importanza ai centimetri persi rispetto al peso che si osserva una volta saliti sulla bilancia.
    Inoltre, il fatto di prendere le misure di determinati punti del corpo come riferimento per la valutazione dei risultati ottenuti, elimina anche il problema che si viene a creare quando ci si pesa in bilance differenti, che molto difficilmente hanno una taratura identica. Un metro invece è pur sempre un metro!
    Questo discorso vale ancor di più per coloro che praticano qualche attività sportiva. La sollecitazione della muscolatura che si ha durante l’attività fisica, unita al maggior apporto proteico del piano alimentare che si sta seguendo, facilita l’aumento della massa magra. Non c’è da meravigliarsi quindi se dopo un mese di palestra e dieta non si nota un’importante perdita di peso. Infatti, se per esempio dalla comparazione delle circonferenze corporee e dell’esame delle percentuali di massa grassa e massa magra, si vede che ho perso 4-5 cm di vita, addome e fianchi e la mia massa grassa è scesa di 2-3 punti percentuali posso affermare senza ogni ragionevole dubbio che sto facendo un bel lavoro!