Una delle domande che più frequentemente un nutrizionista si vede rivolgere dal proprio paziente è la seguente: quanto ci metterò a perdere peso?

    Molte persone infatti, che comprensibilmente, vivono male la loro situazione di sovrappeso ed obesità, vorrebbero accorciare il più possibile i tempi del dimagrimento, per liberarsi così una volta per tutte del tanto odiato problema.

    Ma l’errore è proprio qui! Effettuare una dieta troppo severa dal punto di vista della restrizione calorica, ossia con un apporto di kilocalorie inferiore a quota 1.200 per le donne e inferiore a 1500 per gli uomini, è severamente sconsigliato.

    In recenti studi scientifici infatti si è notato che chi seguiva regimi alimentari drastici, chiamati in gergo VLCD (very low calories diet), perdeva si inizialmente una maggior percentuale di peso (15-25% del peso iniziale, contro il 10-15% di una dieta equilibrata), ma tendeva poi nel tempo a riacquistarlo altrettanto velocemente.

    Questo è probabilmente dovuto a modificazioni che si vengono ad instaurare a carico del dispendio energetico basale, in parole povere si viene a modificare il metabolismo basale della persona che ha seguito una dieta con un apporto calorico troppo limitato.

    In pratica il nostro corpo, adottando una sorta di strategia auto difensiva, risponde ad un introito troppo basso di kilocalorie rispetto a quello che normalmente servirebbe per espletare le sue giornaliere necessità fisiologiche, diminuendo ciò che “brucia” di base. Un po’ come quello che avviene quando abbiamo quasi finito la benzina e siamo alla guida della nostra auto, tendiamo a non “tirare” troppo le marce facendo così consumare meno il motore.

    Inoltre bisogna anche considerare che quando si seguono diete fortemente ipocaloriche, per un periodo superiore a 30 giorni, si va inevitabilmente a diminuire in maniera significativa la percentuale di massa magra. Questo aspetto è molto importante, non conta infatti solamente perdere chilogrammi di peso, ma perdere quelli giusti. Con una valutazione corretta della quantità di massa grassa e massa magra del nostro corpo (determinata tramite il metodo plicometrico o bioimpedenziometrico), siamo infatti in grado di capire quanti kg effettivamente in più di grasso abbiamo ed indirizzare la perdita di peso proprio verso quei chili. La massa magra deve essere toccata il meno possibile dal dimagrimento, questo ci permetterà di non abbassare il nostro metabolismo basale.

    Accade invece quasi sempre che, laddove si va a mangiare troppo poco ed in modo non equilibrato, la massa magra venga fortemente penalizzata.

    Un altro aspetto senza dubbio interessante è quello riferito alla compliance del paziente, ovvero al fatto che la persona che stia seguendo una dieta rispetti il più fedelmente possibili le indicazioni del nutrizionista. E’ normale che qualsiasi dieta fortemente ipocalorica, capace di far perdere molti chili in poco tempo, sarà troppo difficile da sopportare per lungo tempo. Questo indurrà una inevitabile acquisizione del peso perduto, talvolta purtroppo anche qualcosa in più!

    L’unica strategia approcciabile quindi è quella del buon senso.

    Bisogna innanzitutto essere consapevoli che, per ottenere risultati duraturi, bisognerà modificare le nostre errate abitudini e non per il solo periodo in cui seguiremo una dieta,ma per sempre!

    I giusti ingredienti per una dieta sana ed efficace quindi sono:

    un apporto calorico adeguato allo stile di vita ed alla costituzione fisica del paziente
    una dieta equilibrata nei suoi componenti principali (carboidrati,grassi e proteine)
    un livello opportuno di attività fisica
    la correzione definitiva delle errate abitudini alimentari e non