Molte convinzioni alimentari non sono che pregiudizi, derivanti da una lettura superficiale della composizione chimica degli alimenti e da una visione semplicistica dell’infinita complessità della natura e dell’organismo umano.

    Vediamo tre miti da sfatare:

    I latticini prevengono l’osteoporosi in menopausa

    Al sopraggiungere della menopausa, soprattutto nei primi anni, le ossa della donna diminuiscono considerevolmente il loro contenuto di calcio (osteoporosi).

    Appare logico, quindi, raccomandare a questa età un abbondante apporto di calcio con la dieta. Poiché il latte ed i formaggi sono alimenti particolarmente ricchi di calcio (nei formaggi stagionati si arriva addirittura ad oltre un grammo di calcio per cento grammi di prodotto edibile), è sempre stato raccomandato di mangiare tanti latticini.

    Quello che si dovrebbe sapere, però, è che la principale causa di osteoporosi nelle donne in menopausa non è la carenza di calcio nella dieta, bensì l’eccesso di proteine animali. Queste, ricche di aminoacidi solforati, sono più acide di quelle di origine vegetale e tendono ad acidificare il sangue. Non appena le sostanze acide assorbite con gli alimenti sono troppe, l’osso libera dei sali di calcio per tamponare l’eccesso di acidità. Le ossa , infatti, non hanno solo funzione di sostegno, ma hanno un ruolo importante nell’equilibrio sei sali minerali.

    Il formaggio e , in grado minore il latte, sono ricchi di calcio, ma sono anche un concentrato di proteine animali. Non esiste un solo studio che abbia documentato che una dieta ricca di latticini in menopausa sia utile ad aumentare la densità ossea e a prevenire le fratture osteoporotiche. Alcuni studi hanno addirittura riscontrato che la frequenza di fratture in menopausa è tanto maggiore quanto è elevato il consumo di carne e latticini.

    Naturalmente rimane logico garantire un sufficiente apporto alimentare di calcio, purché non provenga dai latticini. Ne sono ricchissimi vari semi, specialmente sesamo e frutta secca come le mandorle, i prodotti del mare, come le alghe, i pesci utilizzati per fare la frittura se mangiati con le lische, le alici, o quelli messi nelle zuppe dove, per fare il brodo si utilizzano anche le teste e lische del pesce, ma anche i cavoli (soprattutto i broccoli), il pane integrale ed i legumi.

    Le margarine e gli olii di semi aiutano a ridurre il colesterolo

    La raccomandazione di consumare olii di semi e margarine è stata amplificata dagli interessi commerciali. Gli olii di semi aiutano effettivamente a ridurre il colesterolo in eccesso ma quando sono raffinati vengono privati di molte sostanze potenzialmente protettive presenti nei semi, fra cui buona parte della vitamina E. Nel processo di produzione delle margarine, invece, si formano acidi grassi particolari, inesistenti in natura, fortemente sospettati di aumentare, invece che diminuire, il rischio di infarto. Non ci sono ragioni nutrizionali, inoltre, per preferire gli olii di semi all’extravergine d’oliva, che è sicuramente più buono e gustoso.

    Gli integratori di vitamine aiutano a prevenire il cancro

    Un altro luogo comune è che gli integratori di vitamine prevengono il cancro. Recenti studi hanno invece evidenziato un maggior rischio di sviluppo di umori per chi fa uso di integratori ad alte dosi rispetto a chi non li utilizza. Se mangiamo bene assorbiamo dal cibo tutto quello che ci serve ed ogni integrazione diventa del tutto inutile