L’obesità è considerata oramai una vera e propria epidemia, essa è in rapida espansione sia nei paesi industrializzati sia in quelli in via di sviluppo. Occorre quindi grande attenzione da parte di tutti, organi preposti al controllo della salute, professionisti del settore e singoli individui, per bloccare l’avanzata di questa pericolosa condizione.

    Sapevate che circa una persona su dieci in Italia è obesa, e più del 32% della popolazione è in sovrappeso?

    Il calcolo dell’indice di massa corporeo (IMC), ossia il rapporto che c’è tra l’altezza di un soggetto e il suo peso (peso in kg/altezza in metri2), da purtroppo sempre più spesso risultati sconfortanti.

    Un IMC che va da 18 a 25, indica che la persona ha un peso “proporzionato” alla sua altezza ed è quindi classificato come soggetto normopeso. Un valore di IMC che oscilla tra 25 e 30 invece, indica che siamo già fuori peso forma e più precisamente che siamo in sovrappeso. Si entra nel mondo dell’obesità, quando il nostro IMC supera il valore di 30. Si è obesi di tipo I con un IMC tra 30 e 35, di tipo II se l’IMC è compreso tra 35 e 40 e di tipo III (obesità morbigena) se il nostro IMC supera il valore di 40. Questi valori possono essere non validi se riferiti a persone molto muscolose o con un’altezza inferiore ai 150 cm.

    Valori di IMC elevati sono correlati a patologie importanti, soprattutto di tipo cardiovascolare. L’aspettativa di vita di un soggetto obeso è statisticamente minore rispetto a quella di una persona con un IMC corretto.

    Tranne i casi in cui la componente genetica assume un peso predominante, nelle altre condizioni di obesità, il rispetto di un’alimentazione sana ed equilibrata associato a un grado di attività fisica adeguato alle caratteristiche del soggetto, permette di ottenere importanti risultati migliorativi.

    Quale strategia adottare per contrastare l’eccesso di peso corporeo? Esistono decine e decine di teorie a riguardo, là dove si prospettano facili guadagni purtroppo immancabilmente si concentrano gli sforzi di tanti personaggi che spesso, senza nessuna conoscenza scientifica, promettono miracoli a chi è afflitto da problemi di peso. Ritengo che l’onestà debba essere alla base del rapporto tra il nutrizionista e il suo paziente. Quando qualcuno vi promette di farvi perdere tanti chili in poco tempo…..beh, dovreste girargli a largo!

    Ottenere degli ottimi risultati è possibile, ma questo prevede applicazione e costanza, e in un certo grado secondo il caso, saper modificare le proprie abitudini di vita. Non esiste quindi una ricetta miracolosa, se non saper bilanciare la propria alimentazione in base ai propri bisogni energetici giornalieri.

    Un corretto dimagrimento quindi non può essere eccessivamente rapido. Per soggetti affetti da sovrappeso o obesità non grave (IMC compreso tra 25 e 35) è sufficiente un deficit calorico di 300-500 Kcal giornaliere, il che in genere permette di perdere circa 2-3 kg al mese. In casi più seri invece (IMC maggiore di 35) è opportuno adottare una strategia più aggressiva, spingendosi fino a un deficit calorico di 500-1000 kcal giornaliere, il che può portare ad una riduzione del peso corporeo nell’ordine di 4-5 kg mensili.

    Dimagrire in modo più rapido porta solo a spiacevoli conseguenze, come perdita della massa magra (muscolo), modificazione del metabolismo basale, inestetismi della cute (le famose “smagliature”) e il rischio elevato di riprendere i kg persi nel giro di pochi mesi.

    Seguire una dieta non deve voler dire fare sacrifici. Con l’aiuto dello specialista la persona obesa deve abituarsi a seguire un corretto stile di vita, senza escludere del tutto nessun tipo di alimento (dolci compresi!), ma facendo solamente attenzione a saper ben ponderare le proprie scelte alimentari. L’obiettivo finale è quello di far sì che ognuno acquisisca una propria “coscienza alimentare” che gli permetterà di sapersi correttamente autogestire.