Per chi s’interessa di nutrizione, l’olio di palma è sicuramente argomento noto. Sono oramai molti anni che si discute riguardo le sue proprietà e sull’impatto ambientale che comporta il suo largo utilizzo.
    L’olio di palma, insieme alle margarine, è senza ombra di dubbio il grasso più utilizzato nell’alimentazione umana. Se vi capita di leggere attentamente l’etichetta di qualsiasi prodotto da forno (biscotti, merendine, croissant, dolci), noterete che tra i primi ingredienti (e quindi tra i più presenti percentualmente nell’alimento) c’è spesso la dicitura olio vegetale di palma.
    Il perché del suo diffuso utilizzo nell’industria alimentare è legato essenzialmente ai bassi costi e alla versatilità (alta resistenza al calore, conservabilità) che caratterizza quest’alimento.
    In quest’articolo non prenderò in considerazione la tematica ambientale, che pur mi sta molto a cuore e che sicuramente rimane un grave problema da affrontare, ma apporterò solamente una revisione sulle caratteristiche nutrizionali di questo cibo.
    Innanzitutto un dato importante, se andiamo a osservare la composizione dell’olio di palma ci accorgiamo che gli acidi grassi che lo compongono sono per circa il 100% acido palmitico e acido oleico che quindi conferiscono una forte stabilità all’ossidazione evitando il rischio d’irrancidimento.
    L’olio di palma inoltre contiene quantità irrilevanti di colesterolo e anzi, la presenza di tocotrienoli assicura un effetto ipocolesterolemizzante (anche a carico della componente LDL).
    Possono essere esclusi effetti diretti dell’olio di palma sull’obesità, l’elevato contenuto di pro-carotenoidi è un mezzo per combattere (soprattutto nelle zone tropicali) la carenza di vitamina A.
    L’olio di palma non contiene acidi grassi trans che invece possono essere presenti in altri tipi di grassi che usiamo consumare: le parti grasse degli animali ruminanti e dei pesci o negli oli vegetali polinsaturi (olio d’oliva, oli di semi) portati a temperature troppo elevate come ad esempio nella frittura. L’olio di palma invece, grazie alla sua stabilità si presta molto bene a un uso che prevede alte temperature.
    La percentuale di grassi saturi dell’olio di palma è stimabile intorno al 46%, mentre quella di grassi monoinsaturi si attesta circa al 45%, non sono invece presenti grassi polinsaturi (molto instabili al calore).
    L’olio di palma quindi si può considerare del tutto soddisfacente dal punto di vista nutrizionale e anche quando esso è raffinato non perde di molto le sue qualità e conserva proporzioni soddisfacenti di tocoferoli e tocotrienoli. Come accennato prima, resta però di assoluta importanza cercare di far si che la produzione di questo grasso sia migliorata e che non porti a danni ambientali verso la flora e la fauna.